PROBLEMI COMPORTAMENTALI DEL GATTO

RICONOSCERE E CORREGGERE I PROBLEMI COMPORTAMENTALI DEL GATTO.


Spesso la vita con i gatti viene considerata meno problematica rispetto al cane: ci sono meno esigenze (per esempio la passeggiata), il gatto è spesso definito più “autonomo”, sta da solo senza problemi, basta fornire il cibo, l’acqua e una cassettina ed il gioco è fatto. Non è esattamente così: anche il gatto ha le sue esigenze e necessità ma tendiamo a non accorgercene perché il suo stile di vita e sistema comunicativo è peculiare e molto diverso da quello canino. Ci accorgiamo di un problema comportamentale quando questo è molto evidente: il gatto ci attacca o urina fuori dalla sua cassettina, mentre segnali più subdoli del suo malessere non vengono percepiti o sottovalutati. E’ importante osservare con attenzione il nostro gatto  per non perdere i suoi segnali d’allarme!

DISTURBI DELL'OMEOSTASI SENSORIALE

DISTURBI DELL'OMEOSTASI SENSORIALEAnche per il gatto le prime settimane di vita rappresentano un periodo critico per imparare a modulare le sue emozioni e reazioni rispetto l’ambiente in cui vive e per evitare futuri problemi comportamentali. Va da se che se l’ambiente è eccessivamente rumoroso, stressante e non gestito da consimili, il nostro gatto andrà incontro ad ipersensibilità, a cui conseguirà  iperattività che difficilmente potrà essere gestita nel momento in cui diventerà adulto. Se invece l’ambiente è povero o privo di stimoli, la risposta del gatto sarà di incapacità di adeguarsi alle situazioni che lo aspettano e nel tempo svilupperà dapprima una risposta ansiosa, poi fobica fino a trasformarsi in apatico e poco rispondente agli stimoli. Questo è l’ultimo stadio della sindrome da privazione sensoriale. Nella prima situazione  dobbiamo affrontare un gatto sempre eccessivamente attento a tutto ciò che lo circonda ma incapace di concentrarsi su un singolo stimolo, sempre in movimento ma incapace di concludere correttamente una sequenza comportamentale, cambiando attività prima di raggiungere il risultato delle azioni iniziate, e tendenzialmente aggressivo.

Talvolta è presente la contrazione dei muscoli pelliciai della schiena, la cosidetta rolling skin syndrome. Nel secondo caso l’atteggiamento principale sarà di evitamento, il gatto si nasconderà e reagirà aggressivamente ai tentativi di manipolazione; noteremo assenza di giocosità e di affettuosità e tendenza a trascorrere la maggior parte del tempo a dormire in luoghi nascosti. Col tempo questi problemi comportamentali si affievoliranno se l’ambiente non viene percepito come minaccioso, ma non scompariranno. Siccome sono problemi comportamentali che hanno la loro origine nell’età del primo sviluppo, diventa molto difficile se non impossibile recuperare una condizione di vita serena nell'età adulta.

PROBLEMI COMPORTAMENTALI RELATIVI ALL'ATTIVITÀ DI ELIMINAZIONE (FECI E URINE)

PROBLEMI COMPORTAMENTALI RELATIVI ALL'ATTIVITÀ DI ELIMINAZIONE (FECI E URINE)Il problema più frequente per cui viene consultato  un comportamentalista è relativo alla urinazione o defecazione fuori dalla apposita cassetta. In questi casi la prima cosa da fare è verificare che non esistano i presupposti per un problema di tipo organico: se il micio soffre di cistite potrebbe non avere il tempo o il modo di arrivare alla cassetta in tempo. E’ necessario perciò che prima di tutto si escludano problemi di natura organica. Una volta esclusa questa evenienza, si deve procedere a distinguere la eliminazione da marcatura rispetto ad una eliminazione da disturbo. Nel primo caso siamo generalmente di fronte ad un conflitto con altri gatti siano essi abitanti nella stessa casa, sia esterni che frequentano il giardino o i balconi dell’abitazione del gatto eliminatore. Normalmente l’atteggiamento del gatto in questo caso sarà importante per verificare l’origine del problema: una marcatura generalmente presenta una piccola quantità di urina, viene emessa non su superfici orizzontali (pavimento) ma su superfici verticali (stipiti di porte o finestre), il micio non si accoscia ma rimane in posizione durante l’emissione dello spruzzo, e la sede di eliminazione tende ad essere ripetitiva e vicino ai punti che portano verso l’esterno.

L’eliminazione da disturbo invece è profusa, vicino alla cassetta o in luoghi più nascosti, e d il gatto assume la posizione classica di minzione (o defecazione). La sequenza di comportamento di minzione o defecazione è incompleta. Il significato di questo atteggiamento è da riallacciare ad un problema di igiene (cassetta sporca, non sufficientemente piena di sabbia) o di difficoltà relative al tipo di sabbia usata (troppo spessa o troppo diversa da quella usata precedentemente, oppure inopportunamente profumata) o al tipo di cassetta impiegata (dimensioni inadeguate, chiusa piuttosto che aperta, difficoltà ad aprire lo sportellino, bordi troppo alti per gatti con problemi di motilità). Nei casi di eliminazione da marcatura le cause del problema comportamentale vanno ricercate da una idiosincrasia tra gatti, ambiente vitale troppo piccolo oppure presenza di rivali attorno al luogo di residenza.

PROBLEMI COMPORTAMENTALI RELATIVI ALL'AMBIENTE DOMESTICO

PROBLEMI COMPORTAMENTALI RELATIVI ALL'AMBIENTE DOMESTICOIl sovraffollamento della casa è una potenziale causa di problemi comportamentali: aggressività intraspecifica (cioè tra i gatti), disturbi di eliminazione, toelettatura eccessiva con formazione di aree alopeciche (ossia senza pelo) sono tra i riscontri più comuni in questa situazione. Dal momento che ormai sempre più gatti trascorrono la loro intera vita in appartamento, diviene necessario riuscire a creare un ambiente che appaghi il più possibile le loro esigenze ed eviti i problemi comportamentali: immettere grattatoi sia verticali che orizzontali nei punti in cui già i gatti tendono a farsi le unghie; ideare una serie di ripiani che aiutino a sviluppare la superficie di appoggio anche in altezza e se possibile creare tunnel, sempre in altezza che portino da una stanza all'altra, far variare i giochi cercando di capire quali sono i preferiti per presentarli a rotazione, trascorrere del tempo attivo con loro con giochi adeguati alla loro attitudine; portare in casa scatole in cui possano giocare e cambiare spesso posizione della scatola stessa; creare punti di riposo appartati e sollevati da terra per dare possibilità di rifugio ai più timidi; tenere sempre separate le zone di alimentazione dalle cassettine (che devono essere in numero superiore di una unità rispetto al numero dei gatti); cercare di portare ogni giorno qualche piccola novità, fosse anche nascondere qualche crocchetta in punti diversi della casa per stimolarli olfattivamente alla ricerca.

QUANDO IL GATTO INVECCHIA: CHE FARE?

QUANDO IL GATTO INVECCHIA: CHE FARE?I gatti che vivono in casa possono raggiungere età notevoli, ma come per noi umani, la vecchiaia può comportare l’insorgere di problemi comportamentali dovuti a una diminuita capacità del cervello di processare le sfide cognitive che la vita propone. Oltre che da un aumento delle ore di sonno e di una minore vivacità, dovuta anche alla diminuita performance muscolo-scheletrica, il micio anziano potrebbe presentare alterazioni del ciclo sonno veglia, muovendosi e soprattutto miagolando nel cuore della notte.

Altri sintomi del declino cognitivo sono la ricerca del cibo durante la notte, incapacità di riconoscere luoghi e persone famigliari con insorgere di sintomi ansiosi, sporcare fuori dalla cassettina, incapacità di risolvere semplici problemi cognitivi. Sfortunatamente il declino cognitivo non è arrestabile ed il micio che presenta questi problemi comportamentali non può, allo stato attuale delle conoscenze, tornare ad essere brillante; si può però rallentare questo processo cercando di non eccedere con le attività abitudinarie ed introducendo regolarmente piccole sfide cognitive adeguate alle sue possibilità di soluzione, oltre che con una dieta adatta alle sue esigenze.